Lo Stato regionale del Tigray ha una popolazione stimata poco inferiore ai cinque milioni di persone, di cui il 76,6% vive in zone rurali, con un tasso di crescita demografica (2,67%) superiore a quello nazionale. Ogni anno partono da questa Regione circa 40mila persone ma vi arrivano anche molti migranti, tra i quali tanti irregolari, sia interni che stranieri, in particolare dall’Eritrea.

 

Sono molto numerosi anche i returnees, i migranti rientrati nella zona di origine: il Tigray è la seconda Regione dell’Etiopia per returnees provenienti dall’Arabia Saudita, in particolare nell’Eastern Zone, dove a cavallo del 2014-2015 sono rientrate più di 7.000 persone. Il progetto, che avrà la durata di 18 mesi, si realizzerà nell’Eastern Tigraye e nel Central Tigray, in zone caratterizzate da povertà e opportunità lavorative scarse, condizioni che, alimentate anche da mutamenti climatici e insufficiente livello dei servizi di base, spingono i giovani a ingrossare le fila della migrazione irregolare. I beneficiari del progetto sono: minori, giovani disoccupati, piccoli agricoltori in difficoltà, migranti di ritorno e sfollati.

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Obiettivi: 

L’obiettivo generale del progetto è mitigare le cause della migrazione irregolare attraverso il miglioramento delle condizioni di vita delle fasce di popolazione più vulnerabili come giovani potenziali migranti e migranti di ritorno, con particolare attenzione alle donne. Da un lato si opererà attraverso lo sviluppo di alcuni servizi di base qualil’accesso all’acqua e ai servizi igienici e l’efficientamento energetico al fine di favorire la frequenza scolastica. Dall’altro si lavorerà per sviluppare il settore agricolo e privato: entrambi legati al miglioramento della sicurezza alimentare e del reddito pro capite.

Una linea di intervento trasversale riguarda il supporto psicologico per le persone più in difficoltà: potenziali migranti, migranti di ritorno e donne.

Educazione e formazione professionale 

Migrazione

Capacity Building

Attività: 

Miglioramento delle strutture idriche sanitarie e scolastiche in quattro distretti del Tigray. È prevista la costruzione di strutture per il raccoglimento di acqua piovana in otto scuole, di quattro pozzi manuali, la riabilitazione di otto pozzi di superficie. Queste attività saranno affiancate dalla sensibilizzazione su pratiche di igiene personale, domestica, ambientale e malattie sessualmente trasmissibili. Un ruolo cruciale sarà svolto dai dirigenti scolastici che saranno protagonisti di formazione dedicata alla lotta all’abbandono scolastico. Le strutture scolastiche saranno soggette a piccole ristrutturazioni e alla fornitura di materiale scolastico e pannelli solari. 

Sviluppo del settore agricolo al fine di aumentare la produzione, il reddito e la sicurezza alimentare. Il progetto prevede l’avvio di attività generatrici di reddito come: micro progetti di agricoltura urbana, sei cooperative per la produzione casearia e attività di allevamento dedicate a donne capofamiglia. Affiancano queste azioni la distribuzione di sementi selezionate e l’efficientamento dell’irrigazione e la formazione in agricoltura sostenibile, gestione idrica e allevamento

Aumentate le opportunità lavorative e di autoimpiego, con particolare attenzione ai giovani e alle donne. È prevista la formazione in micro-imprenditoria e servizi di sviluppo di attività di business. L’avviamento di attività generatrici di reddito per giovani e donne in difficoltà (ristorazione e servizi estetici), lo sviluppo di due cooperative per la produzione di sapone e di sei cooperative di apicoltura. Affiancano queste attività l’attivazione di fondi di rotazione per l’avvio di nuove attività economiche e la formazione professionale in sartoria.      

Protezione dei gruppi di popolazione più vulnerabili: potenziali migranti, vittime di abusi, di rimpatrio forzato, migranti di ritorno, potenziali vittime di traffico umano, con attenzione alle donne. Saranno organizzati servizi di counseling e supporto psico-sociale e rafforzate le reti di supporto sociale già presenti e responsabili dei gruppi più vulnerabili. Saranno avviate attività di sensibilizzazione comunitaria sui rischi della migrazione irregolare e saranno individuate 40 famiglie interessate a portare avanti un progetto di affido famigliare.